lunedì 4 novembre 2013

Cosa fa l'Ultimate per mia figlia

Certe volte è bello concedersi ai racconti di chi vive l'Ultimate da non giocatore, perché può darne una visione ancora diversa. In questo caso è una madre a parlare, mamma di una ragazza, ma non mi dilungo.
A voi qui di seguito il link diretto al post e la traduzione ad opera della nostra redazione.

Dal post del 30 ottobre 2013, su Bay Area Disc Association



I piedi martellano il terreno e le urla dei compagni dicono "Vai! Vai! Vai! Ce l'hai!"

Mia figlia più grande sa saltare, ricevere, girarsi agilmente, atterrare sull'erba in meta e balzare tra le braccia dei suoi compagni.

Per sei anni sono stata seduta nella sideline nel caldo torrido, sotto la pioggia battente, nel vento, guardando le mie figlie giocare ad Ultimate con altri ragazzi e ragazze, figli di altrettante madri come me. Quegli stessi sei anni sono coincisi con un periodo di incredibile crescita per mia figlia, naturalmente, e hanno contribuito in maniera determinante a renderla la persona che è ora, grazie allo sport che pratica.

Ogni qual volta un genitore mi chieda cosa abbia fatto l'Ultimate per mia figlia, io dico essenzialmente tre cose: la ha dato una voce, le ha dato un fisico atletico, e le ha dato un gruppo affiatato di cui far parte.

Essendo l'Ultimate uno sport auto-arbitrato, ogni giocatore deve chiamare autonomamente i falli, o stare attento che l'avversario rispetti le linee del campo di gioco e non ecceda il conteggio; i propri compagni di squadra o l'allenatore non possono effettuare la chiamata al posto suo e lei può anche doversi trovare nella situazione di discutere la chiamata con gli avversari. Possono volerci anni per arrivare a farlo, come è stato per mia figlia. Ma quando lei alza la testa per gridare "Stall!", ci mette tutta se stessa. Ed ecco il punto fondamentale: la sua presa in carico della situazione di fronte ad una regola che è stata violata, perché questo è riconosciuto come valido ai fini del gioco. Lei e gli altri giocatori fermano il gioco, decidono se essere o meno d'accordo con la chiamata e la loro decisione conta. E non può essere respinta da interventi esterni. Anche se tutti gli altri dovessero essere in disaccordo, lei ha la possibilità di effettuare la chiamata ed il gioco può proseguire da lì o da dove è partita l'azione.

Se una ragazza desidera giocare ad Ultimate ad un buon livello però, è necessario che spenda molto tempo a lanciare, correre, tuffarsi, saltare e, in sostanza, lavorare sempre molto duramente. Potrà imparare che posizionando le dita in un certo modo sotto al disco riuscirà a disegnare le traiettorie dei lanci ora secondo una curva ora secondo un'altra. Sa che se si mantiene bilanciata sulle punte dei piedi e riesce a chiudere lo spazio di tiro durante una marcatura questo aumenta le possibilità di un handblock.
In una società che vuol convincere le ragazze a puntare solo sulla parte esteriore del corpo e sull'apparenza, l'Ultimate rappresenta un antidoto. Le spinge a riappropriarsi dei loro corpi completamente, calandosi nel gioco. E quando mia figlia più grande, ancora ragazzina ed esile, vide le ragazze della squadra del liceo scendere in campo, si espresse in un sospiro, aggiungendo "Sembrano delle tigri. Io voglio essere così." E lo erano davvero. Quella camminata arrogante e ferina, il modo in cui si disposero sulla linea di meta preparandosi per il pull... erano ragazze che nascondevano molto più di ciò che mostravano. Ed erano là per giocare.

E quelle stesse ragazze, abbracciarono mia figlia accogliendola per quella che era allora, non importava che non fosse robusta e resistente come loro. Anche i ragazzi della squadra seppero offrirle lo stesso caloroso benvenuto. Ogni competizione inizia con un cerchio nel quale i giocatori delle due squadre si stringono e ogni sconfitta viene accolta con abbracci di incoraggiamento. Ogni vittoria invece è celebrata con gioia. Lo Spirito del Gioco - quell'idea per la quale vi siano principi più alti oltre alla vittoria e per cui competere agonisticamente non vuol dire comportarsi ai limiti delle regole - funge da luce guida per i giocatori.
Le mie figlie ora giocano con ragazzini più giovani di loro ma anche con adulti e contro altre squadre studentesche. In ogni caso, è scontato che tutti loro siano considerati persone della stessa razza: giocatori di Ultimate. Queste persone sono una famiglia, di quelle famiglie forgiate da tanto lavoro, molta esperienza e più divertimento di quanto sia ragionevole pensare.

Stefani Leto
Mamma nell'Ultimate

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